samedi 17 novembre 2012

Plaisance

Plaisance (en italien Piacenza), est une ville italienne, chef-lieu de la province de Plaisance, située sur la rive droite du , en Émilie-Romagne (plaine du Pô).

Placée à la limite de l'Émilie-Romagne et de la Lombardie, la ville subit la forte attraction de Milan, notamment sur le plan économique. Elle constitue un important nœud ferroviaire et autoroutier. Elle est située à 61 m d'altitude, à l'endroit où le  reçoit son affluent le Trebbia. À 15 km au sud apparaissent les collines, le relief s'élève ensuite vers l'Apennin ligure.


La ville est fondée en 218 avant J.-C. comme colonie militaire romaine, sous le nom de Placentia. Elle est aussitôt menacée par les Gaulois Boïens révoltés lors du passage d'Hannibal dans la plaine du Pô. C'est à proximité de la ville (le long des rives de la Trebbia) que ce dernier inflige une cuisante défaite aux Romains lors de la bataille de la Trébie. Un autre affrontement indécis opposa Carthaginois et Romains en 217 avant J.-C. (bataille de Plaisance).
À Plaisance en 456Ricimer, commandant des forces armées romaines, renversa l'empereur Avitus. Il épargna Avitus et lui permit de devenir évêque de Plaisance.
En 1095, elle est le siège du concile de Plaisance, à l'origine de la première croisade. Au Moyen Âge, Plaisance fait partie du Saint-Empire romain germanique et adhère à la Ligue lombarde.
Cédée à la Papauté à l'issue des guerres d'Italie, elle fut unie à Parme en 1545 au sein du duché de Parme et Plaisance, sous la domination de la familleFarnese, puis passa aux Bourbons en 1732.
En 1796, Bonaparte trompe le général autrichien Beaulieu et traverse le Pô à Plaisance le 7 mai, ce qui lui permet de s’emparer d’approvisionnements, de forcer Beaulieu à la retraite, et de remporter le 10 mai la bataille de Lodi.
En 1802, la ville fut annexée à l'Empire napoléonien ; en 1816, le congrès de Vienne installa l'ex-impératrice Marie-Louise d'Autriche à la tête du duché.
En 1848, Plaisance fut la première ville d'Italie à demander par plébiscite son annexion au royaume d'Italie naissant, et revendique encore aujourd'hui le titre de Primogenita (première née ou ainée).
Au cours de la Seconde Guerre mondiale, la ville fut lourdement frappée par les bombardements qui détruisirent le pont ferroviaire, la gare, l'hôpital et l'usine d'armement, tandis qu'en dehors de la ville, divers groupes de résistants prirent part aux combats contre l'armée allemande.

dimanche 28 octobre 2012

Bologne

Bologne (en italien Bologna, prononcé /boˈloɲɲa/) est une ville italienne d'environ 375 000 habitants, située dans le nord-est du pays, entre le et les Apennins. C'est le chef-lieu de la région d'Émilie-Romagne (plaine du Pô) et de la province de même nom et l'une des villes principales de l'Italie. Ses habitants sont les Bolonais.

Elle est considérée comme le siège de la plus ancienne université du monde occidental puisqu'elle fut fondée en 1088. Ce rayonnement culturel et son université lui ont valu le surnom de la Dotta (la savante).

 La ville possède également d'autres surnoms comme la Rossa (la rouge), en référence à ses tuiles en terre cuite et aussi pour son âme politique de gauche communiste, et la Grassa (la grasse) pour son excellente cuisine.

dimanche 21 octobre 2012

Padoue

Padoue (Patavium en latin, Padova en italien, Padoa en vénitien) est une ville italienne, de Vénétie région de la plaine du Pô, située dans le nord de la péninsule à 40 kilomètres de Venise, sur la rivière Bacchiglione.
Saint Antoine de Padoue, originaire de Lisbonne, doit son nom à cette ville.

 Lieu de cultes
  • La Basilique Saint-Antoine dédiée à saint Antoine de Padoue, nommée plus simplement Il Santo (le saint). Ses reliques sont conservées dans une chapelle richement ornée de marbre sculpté, œuvre de différents artistes dont Sansovino et Falconetto. La basilique fut commencée en 1230 et sa construction se poursuivit sur plusieurs siècles.
  • Basilique Sainte-Justine : Située au centre de Padoue, dont la forme actuelle date du XVIIe siècle.
  • Les Eremitani est une église augustine du XIIIe siècle qui contient les tombes de Jacopo (1324) et Urbertino (1345) da Carrara (de Carrare), seigneurs de Padoue et qui possède des fresques de Mantegna dans ses chapelles Saint-Jacques et Saint-Christophe.
  • La chapelle des Scrovegni ou église de l’Arena dont les murs intérieurs sont entièrement couverts de peintures de Giotto.

dimanche 9 septembre 2012

Aux marches des langhe


Sommariva del Bosco, nome fortemente evocativo che suona dolce e musicale, è “Porta del Roero”, via e portale di ingresso a un territorio straordinario. Dolcemente adagiata sul fianco della “somma riva” dei primi rilievi dell’altopiano roerino che si affaccia sulla pianura cuneese, raccoglie le caratteristiche  tipiche che meglio rievocano l’atmosfera dei comuni del Roero: “Bellicosa Sabaudia Fides” come recita lo stemma comunale, suggestione e leggenda militare medioevale e profonda religiosità, con le sue ben undici chiese.

L'antica «silva popularis», un tempo estesa da Bra a Cellarengo e dalla "fascia delle rocche" a buona parte delle "fini superiori", influenzò l'occupazione del suolo per tutta la sua esten sione, condizionando la collocazione dei "paesi delle rocche" e frenando la loro espansione verso ponente, limitando dal lato opposto i primi insediamenti e le iniziali dedicazioni san torali ai margini dell'altopiano. Così fu anche per Sommariva del Bosco, collocata "al sommo della ripa del bosco", il cui toponimo più antico di sicura radice preistorica - il Chichigneriuna, ovviamente riferito ad un "bric" - si trova sulla modesta dorsale che costeggia la pianura e che vide già scorrere ai suoi piedi il Tanaro prima che mutasse corso.

Anche l'occupazione romana evitò la vasta zona boscosa, aggirandola per Montà e per la zona di Bra, attraversandola solamente lungo la direttrice Corneliano-Sommariva Perno-Cere sole. A occidente un facile tracciato percorreva la pianura al piede dell'altopiano, confermato da un'indicazione di «via Levata» e sottolineato da un "castellasso" posto sopra le case Ric chiardo, sulle ultime propaggini di nord-ovest.
L'abitato si formò dapprima, come si è detto, sull'altopiano, nella zona dell'attuale parco che precede il castello e dietro la parrocchiale, pro­lungandosi poi verso nord e in direzione del Ca stello Virante, vecchio fortilizio da tempo scom parso (forse già sul sito della Villa Parato) che ha lasciato il nome alla località sul catasto del 1736 e, attualmente, alla via che la raggiunge. Al centro di tale abitato sorgeva l'antica parroc­chiale, dedicata a San Pietro. Col tempo, dopo la costruzione di un primo castello sul sito del l'attuale, l'abitato si spostò dal "borgo vecchio" verso ponente, sulle pendici rivolte alla pianura e, in seguito, all'inizio della pianura stessa, ai lati della strada da Bra a Carmagnola.

dimanche 26 août 2012

Blevio

Blevio può essere visitata in quattro diversi modi: lungo la riva del lago, sulla strada Lariana, camminando nelle frazioni alte ed attraverso i sentieri montani.
La riva
Con un battello turistico o con una imbarcazione presa a noleggio, si può partire da Como e, puntando in direzione nord, dirigersi verso Blevio. Oltrepassato, in località Crotto del Nino, l’acquedotto che rifornisce il paese di Brunate, ha inizio il territorio comunale di Blevio. Una dopo l’altra, in riva al lago si sviluppano le maestose ville d’epoca immerse in parchi secolari: una decina che, dalla Troubetskoy (oggi Pozzi) alla Roccabruna, punteggiano la riva bleviana, oltre la quale si estende la strada Provinciale Lariana, che nel territorio comunale di Blevio prende il nome di via Enrico Caronti. Al limite superiore della strada Lariana, dal confine comunale con Como a quello con Torno, sono sei delle sette frazioni storiche; più oltre, i boschi del Triangolo Lariano.
La riva bleviana può essere inoltre raggiunta percorrendo i viali dei parchi Cademartori (dalla strada Lariana, località Francese) e Da Riva (da piazza Roma): le aree verdi, una volta facenti parte delle storiche ed omonime ville ed oggi pubbliche, si incontrano sulla riva lacustre, nei pressi del cimitero; da qui, oltrepassate le strutture sportive comunali, in pochi minuti si giunge, attraverso il piccolo parco pubblico in riva al lago, allo scalo della navigazione lago di Como, annunciato dal vicino bar ristorante; quindi, oltrepassato un breve portico, si arriva nella piazza fronteggiante l’antica chiesa parrocchiale ed il bel campanile, su cui si affaccia anche il Portico Carlo Sacco (al livello inferiore della piazza è invece un piccolo lido). Attraverso la scalinata che si diparte dalla chiesa in pochi minuti si raggiunge la strada Lariana in corrispondenza del monumento ad Enrico Caronti.
La strada Provinciale Lariana
Creata tra metà e fine Ottocento, la strada Provinciale Lariana parte da Como, rione Sant’Agostino, e raggiunge Blevio (distante dal capoluogo quattro chilometri) prima di proseguire per altri ventisei chilometri e raggiungere Bellagio. Nata come provinciale, la strada divenne in seguito statale prima di tornare ad essere, alcuni anni fa, provinciale. Il confine tra i comuni di Como e Blevio si trova a circa metà della galleria Blevio I, in corrispondenza del torrente, denominato Val Sceresera, che sovrappassa il tunnel. Oltrepassate le gallerie Blevio II e Blevio III, in pochi minuti si raggiunge il centro del paese: anticipata da case d’abitazione e dallo stabile della farmacia, piazza Roma offre al visitatore, oltre ad alcuni esercizi commerciali, il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali.
Oltrepassata la piazza, è lo stabile del Bar Ristorante Centrale, preceduto da un ampio terrazzo, quindi, lasciate sulla destra in rapida successione la scalinata che porta al palazzo municipale e la strada comunale per Sorto, in piazza Antonio Lucini (in realtà uno slargo, oggi trasformato in parcheggio) è il monumento ad Enrico Caronti, martire locale della seconda guerra mondiale. Lasciata piazza Lucini, la strada prosegue dapprima in lieve discesa poi pianeggiante con vista, fino al paese di Torno, sui parchi delle ville storiche.
Le frazioni alte
Situate ad un’altezza variabile dai 280 ai 420 metri, le sei frazioni alte di Blevio si sviluppano lungo via Giuseppe Garibaldi, conosciuta dai locali come via vegia (via vecchia) in quanto, prima che nascesse la sottostante Lariana, era l’unica arteria che metteva in comunicazione via terra Blevio con Como e con gli altri paesi della riva lacustre. Si può partire dal parco comunale di Capovico, in località La sciesa e, dopo circa due minuti di cammino, si incontra la Cappella di San Rocco. La strada prosegue in quota per la frazione di Sopravilla, annunciata al termine di una breve salita dalla omonima Cappella quindi, dopo una breve scalinata, si entra nel centro della frazione, dove sono meritevoli di una visita l’antica fontana, con bocca a testa di pecora, detta Berin e, in località Ponte di sasso, il ponte con vista sulla cascata originata dal torrente Valle di Sopravilla. Tornati sulla via principale, la strada prosegue con una scalinata in discesa verso la frazione di Sorto, sede comunale, quindi si giunge a Mezzovico, nel cui centro si fronteggiano la chiesa filiale dell’Immacolata e l’asilo infantile Antonio Lucini. La successiva Meggianico è caratterizzata da una fontana in ghiandone e dalla cascata del torrente Valle della Tavola (o del Belvedere); Cazzanore, ultima frazione di Blevio prima del paese di Torno, è annunciata da una piccola edicola contenente la Madonna del Cazenun e da una caratteristica fontana che la famiglia di editori musicali Artaria donò nell’Ottocento ai terrazzani locali. Oltrepassato il centro frazionale, l’itinerario tocca alcune ville con panoramica vista sul lago fino ad arrivare a Villa La Solitaria, annunciata da una gradevole torretta. Passato il ponte sul torrente Valle del Colombaio (interessante la cascata osservabile dalla sottostante strada Lariana) il cammino prosegue in discesa fino a raggiungere, al termine di una scalinata, la strada Lariana in corrispondenza della portineria di Villa Roccabruna.
I sentieri montani
Esteso fino a 1140 metri di altezza, il territorio comunale di Blevio è per gran parte montuoso, ma i sentieri una volta percorsi dai contadini sono oggi meta esclusiva dei gitanti e degli abitanti che sulla montagna possiedono una baita per lo svago della propria famiglia.
Sulla montagna bleviana si possono percorrere tre diversi itinerari: il sentiero Blevio – Brunate, il Blevio – Monte Piatto ed il giro interno dei monti bleviani. Da Blevio, attraverso una breve deviazione, è inoltre possibile raggiungere il sentiero che collega Brunate a Bellagio attraverso un percorso di trenta chilometri tra i boschi.
La montagna bleviana è ricca di testimonianze di pregio: dai massi erratici (la Prea de Luff ai monti di Capovico e la Prea de Nariola ai monti di Sorto), ai ruderi archeologici (il Castello d’Ardona in località Croce d’Ardona) ai luoghi della fede (la Cappelletta in località monti di Sorto). 

in http://www.blevioinlinea-glv.it