Bologne (en italien Bologna, prononcé /boˈloɲɲa/) est une ville italienne d'environ 375 000 habitants, située dans le nord-est du pays, entre le Pô et les Apennins. C'est le chef-lieu de la région d'Émilie-Romagne (plaine du Pô) et de la province de même nom et l'une des villes principales de l'Italie. Ses habitants sont les Bolonais.
Elle est considérée comme le siège de la plus ancienne université du monde occidental puisqu'elle fut fondée en 1088. Ce rayonnement culturel et son université lui ont valu le surnom de la Dotta (la savante).
La ville possède également d'autres surnoms comme la Rossa (la rouge), en référence à ses tuiles en terre cuite et aussi pour son âme politique de gauche communiste, et la Grassa (la grasse) pour son excellente cuisine.
dimanche 28 octobre 2012
dimanche 21 octobre 2012
Padoue
Padoue (Patavium en latin, Padova en italien, Padoa en vénitien) est une ville italienne, de Vénétie région de la plaine du Pô, située dans le nord de la péninsule à 40 kilomètres de Venise, sur la rivière Bacchiglione.
Saint Antoine de Padoue, originaire de Lisbonne, doit son nom à cette ville.
Lieu de cultes
Saint Antoine de Padoue, originaire de Lisbonne, doit son nom à cette ville.
Lieu de cultes
- La Basilique Saint-Antoine dédiée à saint Antoine de Padoue, nommée plus simplement Il Santo (le saint). Ses reliques sont conservées dans une chapelle richement ornée de marbre sculpté, œuvre de différents artistes dont Sansovino et Falconetto. La basilique fut commencée en 1230 et sa construction se poursuivit sur plusieurs siècles.
- Basilique Sainte-Justine : Située au centre de Padoue, dont la forme actuelle date du XVIIe siècle.
- Les Eremitani est une église augustine du XIIIe siècle qui contient les tombes de Jacopo (1324) et Urbertino (1345) da Carrara (de Carrare), seigneurs de Padoue et qui possède des fresques de Mantegna dans ses chapelles Saint-Jacques et Saint-Christophe.
- La chapelle des Scrovegni ou église de l’Arena dont les murs intérieurs sont entièrement couverts de peintures de Giotto.
dimanche 9 septembre 2012
Aux marches des langhe
Sommariva del Bosco, nome fortemente evocativo che suona dolce e musicale, è “Porta del Roero”, via e portale di ingresso a un territorio straordinario. Dolcemente adagiata sul fianco della “somma riva” dei primi rilievi dell’altopiano roerino che si affaccia sulla pianura cuneese, raccoglie le caratteristiche tipiche che meglio rievocano l’atmosfera dei comuni del Roero: “Bellicosa Sabaudia Fides” come recita lo stemma comunale, suggestione e leggenda militare medioevale e profonda religiosità, con le sue ben undici chiese.
L'antica «silva popularis», un tempo estesa da Bra a Cellarengo e dalla "fascia delle rocche" a buona parte delle "fini superiori", influenzò l'occupazione del suolo per tutta la sua esten sione, condizionando la collocazione dei "paesi delle rocche" e frenando la loro espansione verso ponente, limitando dal lato opposto i primi insediamenti e le iniziali dedicazioni san torali ai margini dell'altopiano. Così fu anche per Sommariva del Bosco, collocata "al sommo della ripa del bosco", il cui toponimo più antico di sicura radice preistorica - il Chichigneriuna, ovviamente riferito ad un "bric" - si trova sulla modesta dorsale che costeggia la pianura e che vide già scorrere ai suoi piedi il Tanaro prima che mutasse corso.
Anche l'occupazione romana evitò la vasta zona boscosa, aggirandola per Montà e per la zona di Bra, attraversandola solamente lungo la direttrice Corneliano-Sommariva Perno-Cere sole. A occidente un facile tracciato percorreva la pianura al piede dell'altopiano, confermato da un'indicazione di «via Levata» e sottolineato da un "castellasso" posto sopra le case Ric chiardo, sulle ultime propaggini di nord-ovest.
L'abitato si formò dapprima, come si è detto, sull'altopiano, nella zona dell'attuale parco che precede il castello e dietro la parrocchiale, prolungandosi poi verso nord e in direzione del Ca stello Virante, vecchio fortilizio da tempo scom parso (forse già sul sito della Villa Parato) che ha lasciato il nome alla località sul catasto del 1736 e, attualmente, alla via che la raggiunge. Al centro di tale abitato sorgeva l'antica parrocchiale, dedicata a San Pietro. Col tempo, dopo la costruzione di un primo castello sul sito del l'attuale, l'abitato si spostò dal "borgo vecchio" verso ponente, sulle pendici rivolte alla pianura e, in seguito, all'inizio della pianura stessa, ai lati della strada da Bra a Carmagnola.
dimanche 26 août 2012
Blevio
Blevio
può essere visitata in quattro diversi modi: lungo la riva del lago,
sulla strada Lariana, camminando nelle frazioni alte ed attraverso i sentieri
montani.
La riva
Con un battello turistico o con una imbarcazione presa a noleggio, si può partire da Como e, puntando in direzione nord, dirigersi verso Blevio. Oltrepassato, in località Crotto del Nino, l’acquedotto che rifornisce il paese di Brunate, ha inizio il territorio comunale di Blevio. Una dopo l’altra, in riva al lago si sviluppano le maestose ville d’epoca immerse in parchi secolari: una decina che, dalla Troubetskoy (oggi Pozzi) alla Roccabruna, punteggiano la riva bleviana, oltre la quale si estende la strada Provinciale Lariana, che nel territorio comunale di Blevio prende il nome di via Enrico Caronti. Al limite superiore della strada Lariana, dal confine comunale con Como a quello con Torno, sono sei delle sette frazioni storiche; più oltre, i boschi del Triangolo Lariano.
La riva bleviana può essere inoltre raggiunta percorrendo i viali dei parchi Cademartori (dalla strada Lariana, località Francese) e Da Riva (da piazza Roma): le aree verdi, una volta facenti parte delle storiche ed omonime ville ed oggi pubbliche, si incontrano sulla riva lacustre, nei pressi del cimitero; da qui, oltrepassate le strutture sportive comunali, in pochi minuti si giunge, attraverso il piccolo parco pubblico in riva al lago, allo scalo della navigazione lago di Como, annunciato dal vicino bar ristorante; quindi, oltrepassato un breve portico, si arriva nella piazza fronteggiante l’antica chiesa parrocchiale ed il bel campanile, su cui si affaccia anche il Portico Carlo Sacco (al livello inferiore della piazza è invece un piccolo lido). Attraverso la scalinata che si diparte dalla chiesa in pochi minuti si raggiunge la strada Lariana in corrispondenza del monumento ad Enrico Caronti.
Con un battello turistico o con una imbarcazione presa a noleggio, si può partire da Como e, puntando in direzione nord, dirigersi verso Blevio. Oltrepassato, in località Crotto del Nino, l’acquedotto che rifornisce il paese di Brunate, ha inizio il territorio comunale di Blevio. Una dopo l’altra, in riva al lago si sviluppano le maestose ville d’epoca immerse in parchi secolari: una decina che, dalla Troubetskoy (oggi Pozzi) alla Roccabruna, punteggiano la riva bleviana, oltre la quale si estende la strada Provinciale Lariana, che nel territorio comunale di Blevio prende il nome di via Enrico Caronti. Al limite superiore della strada Lariana, dal confine comunale con Como a quello con Torno, sono sei delle sette frazioni storiche; più oltre, i boschi del Triangolo Lariano.
La riva bleviana può essere inoltre raggiunta percorrendo i viali dei parchi Cademartori (dalla strada Lariana, località Francese) e Da Riva (da piazza Roma): le aree verdi, una volta facenti parte delle storiche ed omonime ville ed oggi pubbliche, si incontrano sulla riva lacustre, nei pressi del cimitero; da qui, oltrepassate le strutture sportive comunali, in pochi minuti si giunge, attraverso il piccolo parco pubblico in riva al lago, allo scalo della navigazione lago di Como, annunciato dal vicino bar ristorante; quindi, oltrepassato un breve portico, si arriva nella piazza fronteggiante l’antica chiesa parrocchiale ed il bel campanile, su cui si affaccia anche il Portico Carlo Sacco (al livello inferiore della piazza è invece un piccolo lido). Attraverso la scalinata che si diparte dalla chiesa in pochi minuti si raggiunge la strada Lariana in corrispondenza del monumento ad Enrico Caronti.
La
strada Provinciale Lariana
Creata tra metà e fine Ottocento, la strada Provinciale Lariana parte da Como, rione Sant’Agostino, e raggiunge Blevio (distante dal capoluogo quattro chilometri) prima di proseguire per altri ventisei chilometri e raggiungere Bellagio. Nata come provinciale, la strada divenne in seguito statale prima di tornare ad essere, alcuni anni fa, provinciale. Il confine tra i comuni di Como e Blevio si trova a circa metà della galleria Blevio I, in corrispondenza del torrente, denominato Val Sceresera, che sovrappassa il tunnel. Oltrepassate le gallerie Blevio II e Blevio III, in pochi minuti si raggiunge il centro del paese: anticipata da case d’abitazione e dallo stabile della farmacia, piazza Roma offre al visitatore, oltre ad alcuni esercizi commerciali, il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali.
Oltrepassata la piazza, è lo stabile del Bar Ristorante Centrale, preceduto da un ampio terrazzo, quindi, lasciate sulla destra in rapida successione la scalinata che porta al palazzo municipale e la strada comunale per Sorto, in piazza Antonio Lucini (in realtà uno slargo, oggi trasformato in parcheggio) è il monumento ad Enrico Caronti, martire locale della seconda guerra mondiale. Lasciata piazza Lucini, la strada prosegue dapprima in lieve discesa poi pianeggiante con vista, fino al paese di Torno, sui parchi delle ville storiche.
Creata tra metà e fine Ottocento, la strada Provinciale Lariana parte da Como, rione Sant’Agostino, e raggiunge Blevio (distante dal capoluogo quattro chilometri) prima di proseguire per altri ventisei chilometri e raggiungere Bellagio. Nata come provinciale, la strada divenne in seguito statale prima di tornare ad essere, alcuni anni fa, provinciale. Il confine tra i comuni di Como e Blevio si trova a circa metà della galleria Blevio I, in corrispondenza del torrente, denominato Val Sceresera, che sovrappassa il tunnel. Oltrepassate le gallerie Blevio II e Blevio III, in pochi minuti si raggiunge il centro del paese: anticipata da case d’abitazione e dallo stabile della farmacia, piazza Roma offre al visitatore, oltre ad alcuni esercizi commerciali, il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali.
Oltrepassata la piazza, è lo stabile del Bar Ristorante Centrale, preceduto da un ampio terrazzo, quindi, lasciate sulla destra in rapida successione la scalinata che porta al palazzo municipale e la strada comunale per Sorto, in piazza Antonio Lucini (in realtà uno slargo, oggi trasformato in parcheggio) è il monumento ad Enrico Caronti, martire locale della seconda guerra mondiale. Lasciata piazza Lucini, la strada prosegue dapprima in lieve discesa poi pianeggiante con vista, fino al paese di Torno, sui parchi delle ville storiche.
Le
frazioni alte
Situate ad un’altezza variabile dai 280 ai 420 metri, le sei frazioni alte di Blevio si sviluppano lungo via Giuseppe Garibaldi, conosciuta dai locali come via vegia (via vecchia) in quanto, prima che nascesse la sottostante Lariana, era l’unica arteria che metteva in comunicazione via terra Blevio con Como e con gli altri paesi della riva lacustre. Si può partire dal parco comunale di Capovico, in località La sciesa e, dopo circa due minuti di cammino, si incontra la Cappella di San Rocco. La strada prosegue in quota per la frazione di Sopravilla, annunciata al termine di una breve salita dalla omonima Cappella quindi, dopo una breve scalinata, si entra nel centro della frazione, dove sono meritevoli di una visita l’antica fontana, con bocca a testa di pecora, detta Berin e, in località Ponte di sasso, il ponte con vista sulla cascata originata dal torrente Valle di Sopravilla. Tornati sulla via principale, la strada prosegue con una scalinata in discesa verso la frazione di Sorto, sede comunale, quindi si giunge a Mezzovico, nel cui centro si fronteggiano la chiesa filiale dell’Immacolata e l’asilo infantile Antonio Lucini. La successiva Meggianico è caratterizzata da una fontana in ghiandone e dalla cascata del torrente Valle della Tavola (o del Belvedere); Cazzanore, ultima frazione di Blevio prima del paese di Torno, è annunciata da una piccola edicola contenente la Madonna del Cazenun e da una caratteristica fontana che la famiglia di editori musicali Artaria donò nell’Ottocento ai terrazzani locali. Oltrepassato il centro frazionale, l’itinerario tocca alcune ville con panoramica vista sul lago fino ad arrivare a Villa La Solitaria, annunciata da una gradevole torretta. Passato il ponte sul torrente Valle del Colombaio (interessante la cascata osservabile dalla sottostante strada Lariana) il cammino prosegue in discesa fino a raggiungere, al termine di una scalinata, la strada Lariana in corrispondenza della portineria di Villa Roccabruna.
Situate ad un’altezza variabile dai 280 ai 420 metri, le sei frazioni alte di Blevio si sviluppano lungo via Giuseppe Garibaldi, conosciuta dai locali come via vegia (via vecchia) in quanto, prima che nascesse la sottostante Lariana, era l’unica arteria che metteva in comunicazione via terra Blevio con Como e con gli altri paesi della riva lacustre. Si può partire dal parco comunale di Capovico, in località La sciesa e, dopo circa due minuti di cammino, si incontra la Cappella di San Rocco. La strada prosegue in quota per la frazione di Sopravilla, annunciata al termine di una breve salita dalla omonima Cappella quindi, dopo una breve scalinata, si entra nel centro della frazione, dove sono meritevoli di una visita l’antica fontana, con bocca a testa di pecora, detta Berin e, in località Ponte di sasso, il ponte con vista sulla cascata originata dal torrente Valle di Sopravilla. Tornati sulla via principale, la strada prosegue con una scalinata in discesa verso la frazione di Sorto, sede comunale, quindi si giunge a Mezzovico, nel cui centro si fronteggiano la chiesa filiale dell’Immacolata e l’asilo infantile Antonio Lucini. La successiva Meggianico è caratterizzata da una fontana in ghiandone e dalla cascata del torrente Valle della Tavola (o del Belvedere); Cazzanore, ultima frazione di Blevio prima del paese di Torno, è annunciata da una piccola edicola contenente la Madonna del Cazenun e da una caratteristica fontana che la famiglia di editori musicali Artaria donò nell’Ottocento ai terrazzani locali. Oltrepassato il centro frazionale, l’itinerario tocca alcune ville con panoramica vista sul lago fino ad arrivare a Villa La Solitaria, annunciata da una gradevole torretta. Passato il ponte sul torrente Valle del Colombaio (interessante la cascata osservabile dalla sottostante strada Lariana) il cammino prosegue in discesa fino a raggiungere, al termine di una scalinata, la strada Lariana in corrispondenza della portineria di Villa Roccabruna.
I
sentieri montani
Esteso fino a 1140 metri di altezza, il territorio comunale di Blevio è per gran parte montuoso, ma i sentieri una volta percorsi dai contadini sono oggi meta esclusiva dei gitanti e degli abitanti che sulla montagna possiedono una baita per lo svago della propria famiglia.
Sulla montagna bleviana si possono percorrere tre diversi itinerari: il sentiero Blevio – Brunate, il Blevio – Monte Piatto ed il giro interno dei monti bleviani. Da Blevio, attraverso una breve deviazione, è inoltre possibile raggiungere il sentiero che collega Brunate a Bellagio attraverso un percorso di trenta chilometri tra i boschi.
La montagna bleviana è ricca di testimonianze di pregio: dai massi erratici (la Prea de Luff ai monti di Capovico e la Prea de Nariola ai monti di Sorto), ai ruderi archeologici (il Castello d’Ardona in località Croce d’Ardona) ai luoghi della fede (la Cappelletta in località monti di Sorto).
Esteso fino a 1140 metri di altezza, il territorio comunale di Blevio è per gran parte montuoso, ma i sentieri una volta percorsi dai contadini sono oggi meta esclusiva dei gitanti e degli abitanti che sulla montagna possiedono una baita per lo svago della propria famiglia.
Sulla montagna bleviana si possono percorrere tre diversi itinerari: il sentiero Blevio – Brunate, il Blevio – Monte Piatto ed il giro interno dei monti bleviani. Da Blevio, attraverso una breve deviazione, è inoltre possibile raggiungere il sentiero che collega Brunate a Bellagio attraverso un percorso di trenta chilometri tra i boschi.
La montagna bleviana è ricca di testimonianze di pregio: dai massi erratici (la Prea de Luff ai monti di Capovico e la Prea de Nariola ai monti di Sorto), ai ruderi archeologici (il Castello d’Ardona in località Croce d’Ardona) ai luoghi della fede (la Cappelletta in località monti di Sorto).
in http://www.blevioinlinea-glv.it
dimanche 19 août 2012
Museo del Risorgimento
Nato nel 1885, dal 1951 il museo ha sede nel settecentesco palazzo
Moriggia, progettato nel 1775 da Giuseppe Piermarini a ridosso del vasto
complesso di Brera. Già sede, in epoca napoleonica, del Ministero degli
Esteri e, in seguito, del Ministero della Guerra, il palazzo, passato
nel 1900 alla famiglia De Marchi, fu donato al Comune di Milano dalla
moglie del celebre naturalista Marco De Marchi e in quell'occasione
destinato a sede museale.
Attraverso un articolato insieme di materiali composti da stampe, dipinti, sculture, disegni, armi e cimeli, le collezioni illustrano il periodo della storia italiana compreso tra la prima campagna di Napoleone Bonaparte in Italia (1796) e l'annessione di Roma al Regno d'Italia (1870). Il percorso espositivo è ordinato cronologicamente e si snoda attraverso quindici sale tematiche a cui si aggiungono due sale destinate alle esposizioni temporanee. L'ultimo allestimento risale al 1998 quando, mantenendo intatta la sequenza cronologica, furono ripensate le strutture espositive permanenti, destinate ai nuclei salienti delle collezioni, e in particolare i cimeli dell'incoronazione di Napoleone in Italia (il manto verde e argento e le preziose insegne regali), lo stendardo della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo, il primo Tricolore italiano, per fare solo qualche esempio. In questa occasione sono stati riprogettati il sistema di illuminazione e il corredo didascalico, e recuperato il retrostante «Giardinetto romantico».
Attraverso un articolato insieme di materiali composti da stampe, dipinti, sculture, disegni, armi e cimeli, le collezioni illustrano il periodo della storia italiana compreso tra la prima campagna di Napoleone Bonaparte in Italia (1796) e l'annessione di Roma al Regno d'Italia (1870). Il percorso espositivo è ordinato cronologicamente e si snoda attraverso quindici sale tematiche a cui si aggiungono due sale destinate alle esposizioni temporanee. L'ultimo allestimento risale al 1998 quando, mantenendo intatta la sequenza cronologica, furono ripensate le strutture espositive permanenti, destinate ai nuclei salienti delle collezioni, e in particolare i cimeli dell'incoronazione di Napoleone in Italia (il manto verde e argento e le preziose insegne regali), lo stendardo della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo, il primo Tricolore italiano, per fare solo qualche esempio. In questa occasione sono stati riprogettati il sistema di illuminazione e il corredo didascalico, e recuperato il retrostante «Giardinetto romantico».
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